Questo mese è segnato da un passaggio normativo importante per la lotta ai rifiuti marini. Dopo anni di attesa, il corpo normativo Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare (la “legge Salvamare”) è stata finalmente approvata, rendendo l’Italia in grado di operare la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti marini. “Con questa legge, l’Italia si dota di uno strumento fondamentale nel contrasto al marine litter, rendendo i pescatori protagonisti attivi per liberare il mare dai rifiuti,” spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – una delle associazioni ambientalisti più importanti del paese. Ma di cosa si tratta esattamente?
Legge Salvamare: cambiamo il sistema
Dopo la proposta iniziale del 2019, il governo italiano ha approvato la legge Salvamare l’11 Maggio 2022. Mirata principalmente ai pescatori ed alle pratiche di pesca, la legge permette ai rifiuti marini – principalmente plastiche – raccolti durante le fasi di pesca di essere riportati a terra, normalmente nelle aree. Ivi potranno essere conferiti in apposite isole ecologiche per essere poi trattati.
Fino all’approvazione di questa legge poche settimane fa, i pescatori che recuperavano rifiuti marini, la più parte di materiali plastici, erano costretti a ributtarli in acqua. Ciò al fine di evitare eventuali denunce penali per il trasporto illegale di rifiuti ed eventuali costosi smaltimenti a loro carico.
Cosa vuol dire? Facciamo la differenza
La legge Salvamare contribuisce al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli con portamentali virtuosi volti alla prevenzione dell’abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi.
“VLPF auspica che questo passo così importante del nostro Paese possa essere d’esempio e segnare la strada per una concertazione normativa ed una cooperazione rafforzata tra i paesi rivieraschi del Mediterraneo, e del mare Adriatico in primis. Si tratta dei nostri mari caratterizzati da concentrazioni altissime di micro e macro-plastiche, annoverabili ormai tra gli altri innumerevoli inquinanti di carattere urbano ed industriale.” D. Poletto, Executive Director di Venice Lagoon Plastic Free.
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