Nuove attività di campionamento e analisi delle microplastiche nella laguna veneziana
In data 7 dicembre, Venice Lagoon Plastic Free ha effettuato una nuova campagna di campionamenti delle acque del centro storico di Venezia.
Lo scopo del campionamento e dell’analisi delle acque è di valutare quantità, distribuzione e se possibile l’origine e la composizione delle microplastiche presenti nelle nostre acque. Come partner dei progetti europei H2020 MAELSTROM e InNoPlastic, effettuiamo i rilevamenti ogni sei mesi.
Comprendere la presenza e le tipologie delle microplastiche presenti nelle acque di Venezia è fondamentale per la valutazione di possibili rischi anche a sostegno di eventuali azioni di mitigazione e prevenzione da parte delle autorità competenti.
Il microlitter rappresenta uno dei problemi ambientali più discussi recentemente. L’interesse per questi contaminanti è cresciuto molto negli ultimi anni, in considerazione dei possibili effetti sulla salute umana e gli ecosistemi ai quali sono stati associati.
Col il termine microplastiche si intende la plastica di dimensioni inferiori ai 5 mm dispersa nell’ambiente marino. A causa delle ridottissime dimensioni, del peso e della densità relativa, le microplastiche si accumulano spesso sulla superficie del mare, ma possono anche scendere alla base del termoclino, lo strato del mare dove si ha una repentina variazione della temperatura dell’acqua, che divide lo strato superficiale, più caldo e meno denso, dallo strato profondo, più freddo e più denso.
L’inquinamento da microplastiche può avvenire direttamente attraverso il lavaggio di capi sintetici in lavatrice o l’uso di prodotti cosmetici contenenti microgranuli plastici, oppure indirettamente dalla disgregazione di oggetti plastici più grandi attraverso l’esposizione solare o la frizione meccanica di onde e correnti: esiste ampia evidenza della loro presenza in tutti i mari incluso il Mediterraneo e l’alto Adriatico, particolarmente colpito da questa nuova tipologia di inquinamento in deciso aumento.
C’è quindi una urgente necessità di condurre nuovi studi e analizzare la presenza di microplastiche nelle acque, in primis per comprenderne meglio la tossicità e l’impatto sulla nostra salute.
I prelievi d’acqua sono stati effettuati in tre diverse aree della laguna veneziana (canal Grande, Bacino di San Marco, M.O.S.E.) e per ogni area sono state opportunamente registrate le coordinate GPS. Il campionamento è stato eseguito seguendo le linee guida adottate dall’UE. L’acqua è stata raccolta in appositi contenitori di acciaio inossidabile da 5 litri.
L’acqua campionata è stata inviata ai laboratori d’analisi della Facoltà di Scienza dei Materiali e Ingegneria dell’Università Politecnica di Bucarest e dell’Istituto Tecnico Tecnologico “G. e M. Montani”, la più antica e una delle migliori scuole tecniche in Italia, con cui Venice Lagoon Plastic Free collabora.
In particolare, alcuni risultati delle precedenti analisi sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Science of the Total Environment. L’articolo pionieristico sullo studio molecolare correlato alla plastica in mare illustra la variazione della presenza dei microcontaminanti chimici nelle acque del centro storico di Venezia prima e dopo le restrizioni da COVID-19 attraverso l’analisi cromatografica che ha permesso l’identificazione di 40 analiti correlati alla presenza dei polimeri in mare, al traffico marittimo, e alle abitudini di residenti e turisti nei periodi precovid. Le analisi delle acque sono poi continuate dopo il 10 marzo 2020 quando l’Italia ha messo in atto le più dure restrizioni per ridurre l’infezione da SARS-CoV-2; il traffico acquatico urbano ordinario intorno a Venezia è stato interrotto e la presenza sempre crescente di turisti è improvvisamente cessata. Questa situazione ha fornito una opportunità unica per analizzare gli effetti ambientali delle restrizioni sul carico di composti organici volatili nella laguna. Ben 17 contaminanti sono non più rivelabili successivamente al periodo di lockdown. L’analisi statistica indica che le quantità di numerosi ulteriori contaminanti sono diminuite significativamente. La presenza di 9 analiti non è stata significativamente alterata, dal punto di vista statistico, probabilmente a causa della loro maggiore persistenza o per lo sversamento nell’ambiente da diverse sorgenti non dipendenti dal lockdown. In linea generale, i risultati dimostrano una netta e incoraggiante diminuzione dell’inquinamento a livello molecolare, anche se non è possibile attribuire quantitativamente il carico da composti organici volatili a una sorgente specifica.
Gli esiti dei campionamenti offriranno un nuovo e prezioso tassello al lavoro di analisi e valutazione della presenza degli inquinanti plastici nelle acque della nostra città.