Venice Lagoon Plastic Free (VLPF) in stretta cooperazione con l’ecomuseo dei Lazzaretti Veneziani ha presentato il giorno 4 Aprile in anteprima, i risultati dei monitoraggi delle macroplastiche presso l’isola del Lazzaretto Nuovo, condotti da primavera del 2021 ad oggi, nel quadro del progetto Europeo H2020 InNoPlastic.
La presentazione si è svolta in sinergia con il progetto INTERREG Italia Croazia HATCH – Hadriaticum DATA HUB e condivisa con i partner italiani e croati, incluso il CORILA – Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia.
Nel 2022 VLPF e l’ecomuseo dei Lazzaretti Veneziani hanno sottoscritto un memorandum di cooperazione per la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale dell’isola che funge da laboratorio d’eccellenza per la attività di monitoraggio dell’inquinamento da macroplastiche.
Il lavoro svolto è di interesse internazionale a tal punto che in occasione del quarto monitoraggio svoltosi a febbraio 2023, la serie documentaria di produzione canadese “Espèces d’ordures” di TV 5 Monde, ha voluto dedicarvi un episodio.
I monitoraggi condotti su un transetto di 100 metri, lungo il versante Est dell’isola, si è avvalso dell’utilizzo di protocolli internazionalmente codificati e in linea con EMODnet Chemistry, secondo il Marine Litter Database (MLDB) format .
In particolare i dati hanno evidenziato una relativa omogeneità nel numero degli oggetti raccolti dal 2021 al 2023, con l’esclusione del mese di settembre 2022.
La densità riscontrata è all’incirca in linea con la media italiana di 8 pezzi di marine litter per ogni metro lineare. La soglia europea per considerare una spiaggia in buono stato ambientale prevede meno di 20 rifiuti abbandonati ogni 100 metri lineari. Il livello di inquinamento da macroplastiche è quindi elevato nonostante l’isola non abbia una popolazione residente né alcuna forma di turismo di massa. Per la qual cosa è evidente che i rifiuti spiaggiati sono esogeni all’isola. Non solo, i dati hanno inoltre, in maniera omogenea evidenziato un elevato numero di frammenti di plastiche non altrimenti identificabili della misura superiore a 2 cm ed inferiore a 50. Ciò comproverebbe la presenza di una stratificazione di rifiuti marini sull’isola che nel tempo tendono a frammentarsi e spezzarsi in pezzi sempre più piccoli.
Non solo, si collocano al secondo posto per numero di ritrovamento, i pezzi di polistirolo, assieme a bottiglie e sacchetti di patatine e dolciumi, riconducibili a categorie di rifiuto urbano – ricreativo.