Lo scorso 25 ottobre VLPF ha partecipato a Lampedusa all’evento “Restoring Lampedusa Island“, un’azione pilota organizzata dal BlueMissionMed Italian HUB, in collaborazione con la Regione Sicilia, l’Università di Palermo e il Comune di Lampedusa, nell’ambito della missione europea “Restore our Ocean and Waters.
L’evento si prefiggeva di coinvolgere organizzazioni pubbliche e private, autorità regionali e locali per implementare soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale, a partire dall’isola di Lampedusa.
Uno dei temi trattati è stato il grave problema delle imbarcazioni utilizzate per l’immigrazione clandestina e abbandonate numerose lungo le coste e i porti dell’isola.
Tali imbarcazioni sono così numerose da creare un grosso problema di gestione e smaltimento delle medesime. Si tratta di una emergenza ambientale , che si aggiunge alla tragedia umana vissuta dai migranti nell’attraversare il Mediterraneo a costo delle proprie vite..
Le imbarcazioni, degradandosi rilasciano micro e macro-contaminanti derivanti da resine, vernici e metalli impattando in modo significativo sull’ecosistema marino..
Durante questo incontro VLPF ha condiviso la propria esperienza illustrando risultati e metodologie del programma Ghost Boat attraverso il quale VLPF mira ad eliminare dal sito del Patrimonio di Venezia e la sua Laguna la presenza di barche abbandonate contribuendo concretamente alla creazione di una economica blu, circolare e sostenibile da poter trasferire e mutuare anche in altre regioni d’Italia e d’Europa.
Il programma “Ghost Boats” avviato in cooperazione con GEES RECYCLING di Aviano, si può definire uno spin-off del progetto H2020 MAELSTROM, attualmente in fase di chiusura. Il programma è ora indipendentemente e permanentemente operativo nel sito del patrimonio mondiale di Venezia e la sua Laguna ove giacciono abbandonate innumerevoli imbarcazioni, principalmente in vetroresina, che rilasciano componenti altamente inquinanti quali micro e macro-plastiche, vernici e metalli.
Il programma si dipana in varie fasi esecutive, tra cui la mappatura delle imbarcazioni (spesso abbandonate in luoghi difficilmente raggiungibili), la verifica del loro stato di conservazione, la loro rimozione e conseguente riciclo meccanico avanzato del materiale recuperato.
Dal 2020, anno di avvio di tale esperienza, VLPF ha recuperato 31 imbarcazioni abbandonate, procedendo al loro trattamento e successivo conferimento nei centri di riciclaggio per un ammontare di12.040 Kg di materiale raccolto e riciclato.
L’identificazione delle barche avviene grazie ad una app creata per il programma attraverso la quale si identificano e rimuovono i natanti. Il loro recupero avviene attraverso l’ausilio di speciali chiatte attrezzate che procedono anche al successivo conferimento delle imbarcazioni nei centri di riciclaggio dove avviene il recupero delle componenti metalliche e plastiche.
A questo processo di identificazione e recupero, sono state recentemente affiancate un’attività di campionamento di fanghi, acque e terriccio a contatto con le “Ghost Boats” per valutarne, grazie alla cooperazione di VLPF con l’Istituto Tecnico e Tecnologico Montani di Fermo, la presenza di elementi tossici, di micro-contaminanti e microplastiche.
Abbiamo dimostrato come il recupero e la valorizzazione delle imbarcazioni abbandonate è possibile.
La sua attuazione è una leva molto potente per proporre un modello di economia sostenibile e circolare di notevole interesse e dal vasto potenziale ancora da esprimere a livello europeo per ripristinare e conservare l’integrità dei nostri ecosistemi marini e delle nostre acque interne.